Diario di un (ex) presidente

Tra qualche giorno, a “Madame Burocratia” piacendo, non sarò più il Presidente dell’Ordine delle Lame Scaligere.
Ufficiosamente il testimone è già stato consegnato nelle abili mani di Alessandro Gomma, e ne approfitto per augurargli, di cuore, una serena presidenza. 

Il nostro statuto prevede che il Direttivo rimanga in carica 4 anni e poi si passi a nuove elezioni. Così è stato fatto a fine luglio quando, con grande soddisfazione personale, l’Assemblea dei Soci ha riconfermato in toto il Direttivo uscente. Al “nuovo” Direttivo ho poi chiesto di non essere riconfermato nel ruolo presidenziale.
Se temete che ora cominci a raccontare quello che ho fatto in quattro anni state pur tranquilli che non è l’obbiettivo di questo post, se c’è stato qualcosa di fatto bene non tocca a me dirlo e comunque non sarebbe mio merito esclusivo. Scrivo solo per il desiderio di motivare davanti a soci e amici la scelta di passare la mano, e per ringraziare tutti del sostegno, a volte insperato, ricevuto costantemente. 
Tra i miei molti difetti c’è pure quello di mal sopportare le gerarchie costituite, di intendere il comando come un esempio e non come una volontà superiore, per questo intendo le associazioni, e in primis ovviamente le Lame, come una raccolta di stimoli e di idee che vanno strutturate, guidate, messe in condizione d’agire ma mai imposte dall’alto. In ogni gruppo, inutile prendersi in giro, c’è chi traina e chi segue, chi è più veloce, o più bravo a “fare” e chi invece aspetta di sapere come “aiutare”, il segreto credo sia quello di concedere a tutti una possibilità, di far emergere tutte le voci creando un ambiente in cui ognuno si senta libero di proporre (con l’unico limite della sostenibilità economica). 

Ecco per quattro anni io ho cercato di fare questo, nient’altro che questo. Restare come Presidente era possibile, senza dubbio burocraticamente più comodo! Molte associazioni fanno infatti questa scelta, e per molti anni anche le Lame, prima che toccasse a me, sono state presiedute da una sola persona. Io però, ma quella che segue è soltanto una mia opinione, non credo che questo sia il modo migliore per fare il bene del gruppo; energie ed entusiasmi si esauriscono, e la propensione all’ascolto e alla condivisione alla lunga viene sostituita da un più sbrigativo ed efficiente decisionismo, una dolce tirannia che permette all’uno di non mettere in discussione le proprie decisioni, e agli altri di non prendersi la responsabilità delle stesse. Io non intendo questo quando parlo di un’Associazione e per questi semplici motivi ho rinunciato ad una nuova presidenza. Resto comunque, per volontà dei Soci, membro del Direttivo Lame, e continuerò a rompere le scatole su tutto ed a spingere ancora per i progetti in cui credo 

I commenti sono chiusi.