Spade delle Dolomiti – il resoconto

14 gennaio 2017

Mettersi in viaggio alle 6 del mattino per raggiungere una Belluno fredda e piena di neve, non è la cosa più facile del mondo. Ma questa è la vita di chi è appassionato di scherma storica. Quando un gruppo amico ti invita, tu rispondi!

E c’è da dire che le due ore di macchina sono state ricompensate dalla visione di una città piccola, ma abbracciata dalle Dolomiti mentre dall’alto guarda il Piave.

Ma il motivo per cui eravamo andati là, neanche a dirlo, non erano i panorami mozzafiato. No. Era la scherma storica. E in particolare, quella studiata dal trattato del 1595 del maestro padovano Vincentio Saviolo. Il Maestro, nato e cresciuto in Italia, si trasferì poi in Inghilterra per aprire una propria scuola di scherma incentrata sull’uso del rapier (il nostro stocco). Uno stile molto diverso dal nostro, cosa che ha reso le lezioni un prezioso arricchimento per il nostro bagaglio di schermidori.

Abbiamo quindi iniziato studiando delle tecniche per l’utilizzo della partigiana (un’arma simile alla lancia), seguiti dal Maestro inglese Chris Chatfield. La lancia è da sempre un’arma che prediligiamo. In battaglia, nei tornei, o in palestra, la sua lunghezza la rende una divertente variazione per studiare la scherma con un arma diversa dalla spada.

Ci siamo poi spostati  nell’area tedesca per imparare i fondamentali del ringen, la lotta assimilabile al wrestling che si praticava nel XV-XVI secolo. A seguirci in questo, c’era Junior Santiago Dos Santos, atleta e maestro esperto di brazilian jiu jitsu e wrestling. La lotta, il metodo di combattimento più antico, faceva parte della formazione schermistica del genitluomo, che doveva saper usare come un’arma il suo stesso corpo.

Infine Chris ci ha riaccompagnati a studiare  dei giochi d’assalto con il rapier. La spada, con un’elsa a croce per la protezione della mano, si differenzia molto da quelle a cui siamo abituati, sia per peso che per uso. Ed è proprio questo il tesoro che portiamo a casa da questa esperienza. Spesso ci si fossilizza sulle cose che già si conoscono, anche se nel panorama totale rappresentano una piccola parte. Confrontarsi con altre scuole è un aggiornamento impareggiabile al “curriculum” dei nostri atleti e dei nostri maestri.

Dopo un pranzo in compagnia con i nostri nuovi amici, abbiamo potuto godere del centro di Belluno e, soprattutto, delle mostra e dell’evento organizzati in concomitanza con i workshop schermistici. Perchè questa giornata è nata con un obiettivo preciso. Che è poi quello su cui ci concentriamo tutti noi appassionati di arti marziali storiche. Ovvero riportare alla memoria della gente il prezioso patrimonio culturale italiano, spesso dimenticato in favore di quelli di altre nazioni, di altri continenti.
E allora, perchè dimenticare che nei secoli XV e XVII Belluno era una delle capitali europee per la produzione di armi bianche? Le spade degli artigiani bellunesi sono esposte nei musei di tutto il mondo, ma nella loro città madre sono quasi dimenticate, dopo aver protetto nei secoli i veneziani dai turchi, dopo esser state scelte per la loro qualità dagli eserciti britannici.

Grazie all’esposizione di armi e agli interventi a teatro di studiosi, abbiamo potuto svelare una pagina di storia quasi dimenticata. Ma incredibilmente preziosa.

Ringraziamo quindi Luca Basile e la sua associazione The 1595 Club Belluno per averci ospitato, e i maestri Chris e Junior per averci dedicato parte della loro cultura.

In guardia e a presto.

 

Qui, TeleBelluno dedica un servizio all’evento.

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